L’esperienza di Maurizio Trabuio nella scia del carisma comboniano

Alla fine degli anni 80 del secolo scorso un gruppo di giovani che gravitavano presso la comunità dei Comboniani di Padova (si definivano Gruppo GIM, Giovani impegno missionario) incrocia qualche singolo di buona volontà di diversa estrazione formativa e una operatrice della Caritas Diocesana: si mettono insieme per avviare una serie di attività che favoriscano l’accoglienza dei migranti. Questi infatti, mentre diventano sempre più numerosi nel territorio, sempre meno sono in grado di trovare forme di supporto e di integrazione istituzionali.

Viene costituita l’associazione Unica Terra, che per prima in provincia di Padova apre un centro di accoglienza, creando le sinergie necessarie tra le suore Elisabettine – che mettono a disposizione gratuitamente una vecchia casa colonica a Bosco di Rubano – i volontari, l’amministrazione Comunale e le parrocchie di Rubano. In letteratura anni dopo si sarebbe definita un prototipo di co-housing per giovani lavoratori stranieri: 17 posti letto con un basso turnover a causa della grave emergenza abitativa, che pur in forma diversa continua ancora oggi a dare risposte a persone in disagio1.

Due anni dopo, anche la Caritas Diocesana decide di impegnarsi in una attività-segno e con un investimento dieci volte tanto quello della piccola associazione Unica Terra, ristruttura una porzione del patronato della Parrocchia della Mandria a Padova e realizza un centro di accoglienza per 10 persone e ne affida la gestione alle suore operaie di Brescia. Il Centro Mondo Amico, diventa così la risposta istituzionale della Chiesa Padovana. Come tutte le opere-segno mentre accoglie costituisce anche il punto di riferimento sulle buone prassi, sulle modalità organizzative, sullo spirito e sullo stile di coinvolgimento degli ospiti e dei volontari.

Cambiata l’emergenza, una decina di anni dopo, la Caritas Diocesana affida alle suore comboniane la gestione del Centro Mondo Amico, facendolo diventare una struttura di accoglienza per donne e bambini2. Quindici anni dopo ancora, e siamo ormai nel 2018, Caritas Diocesana decide che l’opera segno non è più sostenibile e restituisce l’immobile alla Parrocchia.

Il parroco, che è incaricato anche della parrocchia vicina ed è anche assistente spirituale della più grande casa di riposo per anziani del Veneto, e la comunità parrocchiale sono abituati a sapere che a quel servizio e a quello spazio ci pensano altri, così si trovano all’improvviso a dover decidere cosa fare. Lasciar cadere l’esperienza? Lasciare che il volontariato locale che nel corso degli anni si era in qualche modo coinvolto nella vicinanza alle persone accolte si disperda? Mettere sul mercato gli spazi liberati? Trasformarli in ulteriori ambienti da dedicare alla catechesi e alla pastorale quando già non si riesce a riempire quelli che ci sono già a disposizione? Assistere senza far nulla alla coda di persone che nel corso degli ultimi 25 anni avevano imparato una strada per chiedere aiuto?

Nel frattempo, per rispondere alla crescente complessità della realtà ed ai cambiamenti epocali occorsi con la globalizzazione, oltre Unica Terra avevo avviato altre esperienze per promuovere il diritto alla casa: la Cooperativa Nuovo Villaggio e la Fondazione la Casa onlus3, che costruiscono e gestiscono un patrimonio immobiliare per l’accesso alla casa delle fasce di popolazione che ne sono escluse. E poi, imboccando la strada dell’imprenditoria sociale, la cooperativa Città Solare, che della creazione di spazi e di attività per dare opportunità abitative e lavorative alle persone fragili ha fatto la sua missione. Si tratta di un piccolo gruppo di imprese sociali sempre alla ricerca dell’equilibrio tra sostenibilità, innovazione e qualità dei servizi. Per l’inserimento lavorativo di persone fragili, opera nella raccolta e trasporto di rifiuti urbani, ha un laboratorio dove fa lavorazioni industriali conto terzi e gestisce strutture ricettive che sono anche una opportunità di accoglienza per persone in emergenza abitativa4. Per il disagio abitativo invece gestisce alloggi e fornisce servizi abitativi in diverse aree della regione5.

Il parroco presenta gli interrogativi che la comunità si posta a Città Solare. Il gruppo direttivo valuta subito che la gestione del servizio in quegli spazi e con quella destinazione non potrà mai essere sostenibile, anzi il rischio di perdite significative è quasi certo, così rilancia una proposta alternativa alla parrocchia: sperimentare insieme un “ibrido” fra operatori qualificati dipendenti della cooperativa e volontari parrocchiali. Insieme possono continuare ad essere una possibilità di accoglienza per donne, bambini e uomini in difficoltà, ma per essere accessibili ai più bisogna integrare modalità professionali e costose con disponibilità volontarie e gratuite.

Per la riflessione personale e comunitaria:

  • Cosa mi colpisce di quest’esperienza di ministero laicale? Perché?
  • Cosa mi provoca di quest’esperienza? Per quale ragione?
  • Cosa dice a noi come comunità?

APPROFONDIMENTO

Il Centro Mondo Amico ospita persone in situazione di fragilità personale o familiare e attraverso la disponibilità di uno spazio e di persone accoglienti vuole offrire la possibilità a chi è accolto di recuperare le energie per ripartire nel suo percorso di vita. Non possiamo né dobbiamo sostituirci in nessuna attività: possiamo e dobbiamo metterci a fianco ed accompagnare le persone. Ogni attività sostitutiva, non permette alle persone accolte di esprimere fino in fondo il proprio bisogno di aiuto e le proprie debolezze e insieme di dispiegare tutte le risorse proprie o istituzionali necessarie all’evoluzione positiva di ogni persona. Nel mettere a disposizione di persone povere uno spazio per la loro vita, accettiamo e apprezziamo che queste persone possano esprimere appieno la loro personalità, e le relazioni amicali e parentali che intrattengono sono una delle forme più importanti di espressione. Per facilitare però la convivenza di molte persone in spazi promiscui, è stata opportunamente regolamentata le possibilità di relazione e scambio con altre persone estranee alla casa6.

Se dici Regno oggi, c’è poi bisogno di specificare l’ambito culturale e storico dove questa parola indicava il luogo delle relazioni giuste ed eque e dove c’era la garanzia del Re, che la giustizia avrebbe prevalso e dove non fosse arrivata la giustizia sarebbe arrivata la misericordia.

Con questa premessa, la mia attualizzazione del servizio per il regno è: dare una risposta accogliente a persone in difficoltà, perché ciascuno, chi accoglie e chi è accolto, possa capire e gustare della propria intima domanda di senso esistenziale che proviene dalla propria spiritualità. Il contesto ecclesiale in questo caso è molto evidente dato il coinvolgimento di una parrocchia e altrettanto il protagonismo dei laici. Spesso incontriamo difficoltà ad esprimere la nostra ministerialità, come laici, specialmente in contesti permeati di clericalismo, che troviamo talvolta nella mentalità dei volontari parrocchiali coinvolti. È una mentalità in cui il ministero è visto come esercizio di potere anziché come servizio, per cui ad un atteggiamento di gestione del potere e controllo gerarchico corrisponde un atteggiamento di servilismo nelle parti subalterne che inibisce l’assunzione di responsabilità ed il coraggio di agire.

Invece la ministerialità laicale ha una riserva di energie e creatività per inventare nuove risposte a nuove situazioni e problemi sociali. Si esprime su un doppio binario, vale a dire da un lato erogando i servizi alla persona, dall’altro promuovendo politiche di accesso ai diritti umani e soddisfazione dei bisogni fondamentali. Nel loro insieme, queste due dimensioni sono chiamate ad offrire una prospettiva “profetica”: evocare il Regno attraverso l’innovazione sociale, individuate le lacune normative ed istituzionali, sistemiche, e spirituali.

Tutto ciò è possibile grazie a specifiche competenze professionali in ambito socio-economico, legale-amministrativo e legate in generale al settore di intervento. Ma soprattutto con il coinvolgimento della comunità cristiana, facilitandone la partecipazione ed assunzione di responsabilità e facendo rete con tutti gli attori sociali e portatori di interesse, come le autorità e istituzioni pubbliche, associazioni e movimenti della società civile e il settore privato.

In tutto questo, il carisma comboniano ha un contributo importante da dare: il saper fare causa comune con gli esclusi, il puntare ad una rigenerazione collettiva a partire dalla soggettività e protagonismo di chi è nel bisogno, e la collaborazione con tutti i portatori i interesse, apprezzandone le specificità e caratteristiche, armonizzandone gli apporti nella loro complementarietà. In modo particolare, oggi il mondo ha bisogno della creatività e capacità innovativa che ha caratterizzato l’opera di Comboni, il suo coraggio e la sua dedizione totale, per poter sognare e realizzare un mondo più fraterno, più giusto e sostenibile e fare esperienza della gioia del Vangelo.

Infine una nota per approfondire dovrebbe riguardare i numerosi temi presenti in questa piccola esperienza: accoglienza; terzo settore e pubblica amministrazione; povertà e periferie; design dei servizi alla persona; volontariato, formazione al servizio e ruolo sociale; la pastorale al tempo degli oratori vuoti; il lavoro nei servizi alla persona non codificati da tabelle pubbliche, e molti altri se ne potrebbero individuare. Invito solo a leggere Dove. La dimensione di luogo che ricompone impresa e società, di Paolo Venturi e Flaviano Zandonai (EGEA, 2019), L’economia civile, di Luigino Bruni e Stefano Zamagni (Il Mulino, 2015), e Contro l’urbanistica – La cultura delle città di Franco La Cecla (Einaudi, 2015).

Per approfondire ulteriormente:

Giovanni Paolo II (1987) Christifideles laici.

Francesco (2013) Evangelii gaudium, 238-283.

PREGHIERA PERSONALE

1 Cor 12, 31 – 13, 13

31Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.

1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.

2E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.

3E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.

4La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, 5non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 7Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

8La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. 9Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.

12Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. 13Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!

Spunti per la preghiera personale:

Il tema dei carismi, così sentito nella comunità dei Corinzi, sfocia nel grande Inno alla Carità. Il v. 12,31 fa da cerniera tra il brano precedente e questo. Il contesto è molto chiaro: a poco serve la sapienza, la conoscenza, la libertà,… se non si ha la carità. La situazione della comunità di Corinto, è tale che, nonostante i tanti doni e vanti, essa si trova divisa, vive nel peccato, rischia di scandalizzare coloro che vivono intorno. Addirittura l’eucaristia è vissuta come occasione di divisione invece che come forza di comunione. A questa comunità, come vertice di tutta la lettera, Paolo rivolge l’elogio alla Carità. Essa non è altro che quella stoltezza della croce che è capace di donarsi rinunciando a tutto per il bene dell’altro, essa è la vera sapienza di Dio, quella che gli uomini considerano una debolezza, ma che ha il potere di conquistare e salvare il mondo.

= Hai fatto l’esperienza di riconoscere i segni della “carità” nella spinta e creatività ministeriale dei laici? Che cosa hai imparato da loro?

= Ti hanno mai spiazzato l’iniziativa, la prospettiva e la sensibilità dei laici nel loro servizio ministeriale? A quale conversione ti invita lo Spirito?

= Quali inviti ad accompagnare i laici ti fa lo Spirito nel tuo servizio missionario?

CONDIVISIONE COMUNITARIA E PISTE D’AZIONE

1. In un clima di preghiera e ascolto reciproco, condividiamo in comunità i frutti della preghiera personale.

2. Riflettiamo assieme:

= Che cosa emerge dalle nostre condivisioni?

= Quali inviti lo Spirito sta facendo a noi come comunità?

= Come possiamo rispondere, concretamente e realisticamente, a questi inviti?

= Il nostro impegno, concreto e realistico, è ……

“Il clericalismo è uno dei mali della Chiesa, ma è un male complice, perché ai preti piace la tentazione di clericalizzare i laici; ma tanti laici in ginocchio chiedono di essere clericalizzati, perché è più comodo! È più comodo! E questo è un peccato a due mani. Dobbiamo vincere questa tentazione: il laico deve essere laico, battezzato; ha la forza che viene dal suo Battesimo: servitore, ma con la sua vocazione laicale” e questa “non si negozia” perché conta l’identità. (Papa Francesco)

SUGGERIMENTI PER LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Atto penitenziale: la comunità chiede perdono per specifiche occasioni – che nomina – in cui non ha saputo riconoscere i doni e dare spazio, ascoltare, accompagnare o sostenere il servizio di ministri missionari laici.

Offertorio: la comunità presenta al Signore il proprio impegno preso al termine del discernimento.

Ringraziamento: la comunità presenta e rende grazie per i vari ministri laici con cui collabora ed il loro servizio.

1 http://www.rubano.it/sites/default/files/eventi/pieghevole_rubano.pdf

2 http://www.caritas.diocesipadova.it/opere-diocesane/senza-dimora/; http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/s2magazine/index1.jsp?idPagina=15693;

http://www.comboniane.org/centro-mondo-amico.html

3 https://www.facebook.com/search/top/?q=citt%C3%A0%20solare&epa=SEARCH_BOX; https://www.facebook.com/search/top/?q=coop.%20nuovo%20villaggio&epa=SEARCH_BOX; https://www.facebook.com/search/top/?q=fondazione%20la%20casa%20onlus&epa=SEARCH_BOX

4 https://www.casaacolori.org/it/

5 https://quipadova.com/; http://www.fondazionelacasa.org/

6 https://www.difesapopolo.it/Media/OpenMagazine/Il-giornale-della-settimana/ARTICOLI-IN-ARRIVO/Nuovo-centro-Mondo-Amico-di-Padova-una-casa-tra-le-case-del-quartiere

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