A seguito dell’Assemblea europea Migranti e GPIC (Febbraio/Marzo 2024), il gruppo di partecipanti ha voluto tracciare una lettura comboniana paradigmatica del cammino con i migranti in Europa. Lo scopo è quello di esplicitare una visione condivisa del contributo comboniano alla pastorale migranti della Chiesa, alla quale partecipiamo in spirito sinodale e in comunione, riconoscendo i profondi legami con la dimensione GPIC. Prospettiva, che nello stile comboniano, nasce ai piedi della croce: “La croce è grembo materno di rigenerazione che fa germogliare i semi di pace e di speranza presenti nella storia dei popoli con cui viviamo, perché già seminati dal Dio della vita”. (Suor Adele Brambilla, SMC – La Missione Oggi, Quaderni di Limone, Aprile 2010).
La prospettiva comboniana di GPIC, invece, sarà sviluppata e approfondita con maggior chiarezza e globalità.
- UN SEGNO DEI TEMPI
Frontiere quali Il Mediterraneo (Ceuta e Melilla, Lampedusa, isole greche, Turchia) e altre aree europee (Stretto della Manica e Rotta Balcanica) rispecchiano il mondo globale con le loro sponde e confini che da un lato trasudano opulenza, consumismo e spreco, dall’altro povertà, precarietà e diritti negati, gridano giustizia. Il Mediterraneo da Mare Nostrum si sta trasformando in Mare Mostrum: le migliaia di migranti morti sono volti e non solo cifre. I migranti e i rifugiati appaiono come un segno dei tempi e un luogo teologico privilegiato di incontro con il Signore nel mondo di oggi (Mt 25,35), opportunità provvidenziale per realizzare il piano di Dio di una comunione universale.
I fenomeni migratori, le sfide della complessità, dei conflitti e la rapidissima trasformazione multiculturale dell’Europa e della Chiesa interpellano tutti noi a nuovi impegni concreti di evangelizzazione e solidarietà per assicurare una armoniosa convivialità delle differenze che si arricchiscono in seguito all’incontro di umanità, culture e religioni diverse.
- SPIRITUALITA’
Nell’impegno con i migranti il nostro essere e il nostro agire trovano fondamento nel:
- Riconoscere Gesù di Nazaret nei volti e nelle storie dei fratelli e sorelle migranti (Mt 25, 35), fondamento di una cittadinanza universale.
- Sviluppare una spiritualità biblica e missionaria, ispirata all’Esodo, osando la costruzione di una comunità universale più aperta (FT 146).
- Annunciare, testimoniare e vivere lo stile di Dio della vicinanza, compassione e tenerezza come riscontriamo al fondamento dei monoteismi mediterranei: accoglienza e amore per lo straniero (Es 22,18).
- Costruire percorsi di mutua crescita umana e spirituale sulla base di un discernimento degli inviti dello Spirito
- Incarnare il Vangelo con azioni gratuite di solidarietà concreta e servizio ai fratelli e sorelle migranti contestualizzate nelle diverse nazioni
- NEL SOLCO DELLA TRADIZIONE PROFETICA
La tradizione profetica, incarnata da Gesù di Nazareth, invita a SUPERARE sia le strutture sociali ingiuste, sia le loro giustificazioni ideologiche e culturali, e a costruire una società alternativa. Oggi questo si traduce in specifici percorsi di decostruzione delle pratiche disumanizzanti e di costruzione di processi di interazione fraterna.
3.1 PISTE DI DECOSTRUZIONE
Di fronte ad un sistema socio-politico ingiusto che esclude e disumanizza i migranti, sostenuto da una propaganda spesso populista e sovranista, è necessario fare verità, denunciare le ingiustizie, risvegliare le coscienze. Alcune linee guida prioritarie sono:
- Chiarire e far conoscere in profondità le molteplici cause delle migrazioni (guerre, violazioni dei diritti umani, cambiamenti climatici, impoverimento, legittima aspirazione a vivere meglio, etc.) al fine di far emergere le responsabilità di multinazionali e di interi Paesi nelle scelte economico-finanziarie-militari che condannano le popolazioni più fragili.
- Denunciare le politiche ingiuste ed inefficaci, come quelle dell’erezione di muri, barriere, blocchi navali (FT 141), campagne di odio e discriminazione che alimentano le paure, deportazioni, respingimenti; l’utilizzo dei migranti come merce di scambio, narrative ostili (invasione, emergenza, sicurezza).
- Abbandonare l’approccio neocoloniale dello sfruttamento e della sottomissione dei paesi d’origine dei migranti che li rende impoveriti, precari e preda della criminalità organizzata; il linguaggio d’odio (clandestini, extra-comunitari, etc.), le false ideologie (FT 13), le distinzioni artificiose (richiedenti asilo e migranti economici), le ghettizzazioni che provocano ostilità e insofferenze.
3.2 PISTE DI COSTRUZIONE
Il futuro va costruito con migranti e rifugiati, promuovendone l’inclusione – a partire dai più vulnerabili – mettendoli al centro del nostro futuro condiviso. Per questo è cruciale promuovere:
1. A livello socio-economico e giuridico:
- Il soccorso, la protezione dei diritti e della dignità dei migranti (FT 22, 27, 40)
- la creazione di reti di solidarietà e mutuo aiuto tra cittadini italiani e immigrati, al fine di favorire la reciproca conoscenza, il sostegno vicendevole e la coesione sociale.
- la sensibilizzazione di istituzioni locali e nazionali sull’importanza di garantire pari opportunità e diritti a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine (FT 130).
- La convivenza e gli scambi tra popoli e culture diverse condividendo la comunicazione (linguaggio), i diritti e i doveri (regole), l’utilizzo solidale dei beni (benessere) nello spirito della “convivialità delle differenze” che nella sfida è fonte di gioia (FT 135).
2. A livello culturale:
- la cultura dell’accoglienza e dell’interculturalità contro ogni forma di discriminazione e di xenofobia (FT 20).
- L’osare un sussulto di coscienza per dire “no” all’illegalità e “sì” alla solidarietà, all’ascolto dei migranti e delle loro storie che diventano ricchezza umana e benedizione: “noi li soccorriamo, loro ci salvano”.
- L’educazione civica e l’alfabetizzazione politica tra i giovani migranti e le nuove generazioni attraverso corsi, seminari sulla cittadinanza e sulla conoscenza della storia e dell’attualità (FT 131).
3. A livello internazionale:
- La cooperazione solidale tra Paesi, istituzioni, organizzazioni umanitarie, etc. a livello paritetico.
- Il dovere di solidarietà e di giustizia sociale delle nazioni ricche.
4. A livello spirituale ed ecclesiale:
- La conversione a una nuova Umanità: mettersi nei panni dei migranti, non accoglierli per il mantenimento del proprio benessere ma la salvaguardia della loro dignità, pensare solo a sé è già una tragedia oggi. La dignità della persona prevalga sul dio denaro.
- L’aprire le porte delle chiese, delle canoniche, dei conventi, delle case e del cuore ai migranti e canali di ingresso legali e regolari. Il futuro dell’umanità e della chiesa è nell’apertura, è insieme o non sarà: l’identità senza riconoscimento dell’alterità può diventare omicida.
- CON STILE COMBONIANO
L’incontro comboniano con i migranti può avvenire in varie modalità a seconda dei contesti e situazioni ed è caratterizzato da stili di vita e strutture più semplici, comunità interculturali che testimoniano la fraternità, la comunione, l’amicizia sociale. Promuovono la collaborazione ministeriale e lavorano in modo sinergico e in rete con altre realtà sia ecclesiali sia della società civile facendo causa comune con i migranti.
Il protagonismo migrante e delle nuove generazioni secondo lo spirito di S.Daniele Comboni (“Rigenerare l’Africa con l’Africa”) si esprime nelle attività scolastiche / educative a vari livelli; nelle parrocchie (facilitare interazione/integrazione, il passaggio da comunità etniche a interculturali); a livello di advocacy, per costruire assieme una nuova società; nel volontariato e nelle iniziative di cittadinanza attiva.
5. PROPOSTE CONCRETE
Il percorso comboniano con i migranti in Europa si sviluppa in risposta all’evolversi delle situazioni e in base ad un continuo discernimento degli inviti dello Spirito. In questo momento storico particolare, ci sono alcune proposte che mirano a rilanciare la pastorale migranti comboniana in Europa, vale a dire:
- Dare più sostegno alla pastorale migranti e rilancio della GPIC a livello continentale. Partecipazione attiva alla Piattaforma LS della Chiesa Cattolica.
- Rilanciare la Opera comboniana di promozione umana (OCPU) europea: proponiamo di puntare sull’ACSE a Roma e rafforzarla.
- Realizzare un piano di comunicazione per comunicare una diversa narrazione sui migranti, l’urgenza della cittadinanza, l’impegno della pastorale migranti e GPIC in stretta collaborazione con i nostri media comboniani.
- Sviluppare percorsi, convegni e wokshop di informazione, formazione e coscientizzazione per favorire il dialogo interculturale e la conoscenza reciproca con i migranti e la preparazione di strumenti ministeriali di carattere divulgativo.
- Includere nella formazione di base dei giovani comboniani dell’Istituto studi e percorsi di informazione sulla mobilità umana ed esperienze con i migranti.
- Assumere almeno un impegno specifico con i migranti in ogni provincia comboniana d’Europa; queste presenze siano coordinate tra di loro a livello continentale con dei referenti impegnati e attivi sui territori.
- Accogliere i migranti nelle nostre case, in modalità diverse ed appropriate alle varie situazioni locali e provinciali. La cosa importante è relazionarsi per costruire rapporti di amicizia, orizzontali con i migranti e con coloro che sono calpestati nei loro diritti.
- Creare spazi di incontro e condivisione, offrendo vari modelli di riferimento. Promuovere l’incontro delle diversità, la conoscenza reciproca, il dialogo interculturale e interreligioso, favorendo anche l’insegnamento e l’apprendimento della lingua del luogo anche nelle nostre strutture e con il servizio volontario di alcuni nostri confratelli.
° Questo è il risultato dell’ ascolto, riflessione e condivisione dell’Assemblea Comboniana Europa Migranti e GPIC 2024 (27 Febbraio/3 Marzo) a Castel Volturno (Caserta) elaborata successivamente da una piccola commissione scelta tra i membri, accolta e sostenuta da tutti i membri partecipanti a due incontri organizzati online.