Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza della crisi epocale che stiamo vivendo, caratterizzata da:

  • devastanti effetti prodotti su un ambiente naturale dai cambiamenti climatici, sfruttamento delle risorse e inquinamento, con la conseguente perdita di biodiversità;
  • crescenti disuguaglianze nel mondo, esclusione sociale, impoverimento di milioni di persone;
  • violenze e conflitti in tutto il mondo, tanto da risultare di fatto in una “terza guerra mondiale a pezzi”, con il rischio nucleare sempre più incombente con la guerra in Ucraina.

Un segno dei tempi, collegato a tutte queste dinamiche, è il drammatico incremento – senza precedenti – del numero di migranti forzati, rifugiati e sfollati nel mondo (281 milioni nel 2020, di cui 82,4 milioni di persone in fuga).

L’enciclica Laudato si’ di papa Francesco ci aiuta a capire che

«non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura» (LS 139).

Per questo,

«oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri»(LS 49).

Il sistema globale, così com’è oggi, è insostenibile e sta mettendo in pericolo la vita sul pianeta ad una scala senza precedenti. La scienza ha dimostrato che questa crisi è dovuta alle azioni umane e che ci rimane una piccolissima finestra di opportunità per prevenire il peggio. Se oltrepasseremo punti di non ritorno, i cambiamenti climatici s’intensificheranno e saranno irreversibili. Bisogna agire subito per invertire la rotta, rispondendo al grido della terra e al grido dei poveri.

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