La concezione popolare del missionario era che egli “uscisse”verso il mondo non cristiano per includerlo gradualmente in un cristianesimo che fosse l’unica religione dell’umanità. Oggi invece esce per ricapitolare tutto in Cristo. Per unire popoli, culture, religioni, nel Regno di Dio come annunciato da Gesù. La caratteristica è “uscire” per percepire la presenza dello Spirito Santo in tutte le religioni e culture per creare la fratellanza del Regno del Padre di tutti. Al centro di questa visione nuova, c’è appunto lo Spirito di Dio che è “uno”, ma è “molteplice” nelle sue manifestazioni. E’ Lui che guida a fare esperienza dell’unico Dio nelle circostanze concrete nelle quali i popoli vivono, sviluppano le loro culture, articolano quelle esperienze nelle loro religiosità.
“Ricapitolare in Cristo tutte le cose” (Ef.1, 10)
San Paolo (Ef 1) porta un inno cristologico che presenta il Cristo Cosmico. Il riferimento importante è che tutto l’universo è stato creato per mezzo di Lui e in vista di Lui. Abbiamo l’approfondimento di questo tema nell’inno di Colossesi 1, 15-20. “Per mezzo di Lui riconciliare…tutte le cose”. Questi inni sono un’esegesi della parola della Bibbia “bereshit”che si traduce letteralmente: in, verso, attraverso, in funzione. Anche: capo, testa, inizio, primogenito. “Ricapitolare” si riferisce a ricollegare tutto con il “capo”, che e’ Cristo. Si tratta di cogliere come tutto il cosmo è in cammino verso la comunione in Cristo, che non esclude le diversità presenti che fanno parte dell’identità di individui e dei popoli. La scienza che parla del cosmo in espansione non contraddice questa comunione.
E’ stupefacente quanto del pensiero universalistico di Teilhard de Chardin sia presente nella Fratelli tutti e come l’enciclica attinga nutrimento dalla spiritualità di San Francesco d’Assisi che trovava il gusto della divinità presente in tutto. Nella sua “La vie cosmique” Teilhard parla persino della “comunione con la terra”, che ci connette con la sensibilità spirituale sia di Papa Francesco, sia di tanti uomini e donne: adolescenti, giovani e anziani, appassionati per salvare questa “casa comune”, bene dell’umanità intera. Non e’ che la terra ci sia stata data affinché ognuno individualmente abbia a coltivarla, ma in comunione con Cristo colui che è l’individualità piu’ perfetta che abbia fatto parte della nostra società umana. La terra è la parte eletta dell’universo che poco a poco si unisce e si raffigura a Cristo.
Cristo poi nel “suo corpo mistico” abbraccia ogni individuo come fratello o sorella, e abbraccia tutta l’umanità. Egli è anche la pienezza e la figura del cosmo eletto, per fare arrivare in Lui il punto culmine dell’evoluzione: “Poiché la creazione stessa aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio” (Rom. 8. 19) Non sono parole vuote né un rituale obsoleto, quello della nostra liturgia della Risurrezione / Pasqua di Gesù: “Cristo Ieri e Oggi, Principio e Fine, Alfa e Omega”, perché si arriverà alla plenitudine, alla significatività definitiva della fratellanza per antonomasia, nello stadio della escatologia / parusia.
“Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello” (Apocalisse 7, 9)
Durante il flagello della guerra Teilhard afferma di “vivere in un tempo ideale”, perché “voglio fare che il mondo divenga il Cristo”, e che sente “il bisogno di agire sulla realtà e di crearla”, visto che ha in lui queste due passioni: “la passione del mondo e quella di Dio”. Egli ci richiama alla mente Comboni. Un giorno Teilhard in una sua lettera scrive: “ che Dio, per intercessione di Maria, ci faccia dare un vero contributo per la rigenerazione del mondo”.
Oggi il missionario può dare un contributo significativo, sia pure con umiltà. Il suo contributo è religioso portando la pienezza di Cristo, la sua vita e insegnamento riguardo il Regno del Padre suo e “nostro”; ma è anche sociale apportando alla Trasformazione Sociale facendosi fratello di tutti; infine è cosmico perché ha la visione completa dell’immenso cosmo, che nel suo evolversi arriverà a ricapitolare tutto in Cristo.