La missione comboniana in Sud Sudan inizia con don Daniele Comboni, S. Daniele Comboni ora, il cui primo viaggio in quelle terre appena esplorate inizia il 10 settembre 1857, partendo in nave da Trieste. La spedizione missionaria verso l’Africa centrale di don Nicola Mazza consisteva in 5 missionari, di cui don Daniele era il più giovane. Gli altri sono: don Giovanni Beltrame, capo missione, don Francesco Oliboni, don Angelo Melotto e don Alessandro Dal Bosco.
Don Comboni è il più giovane, quindi lo vediamo in attitudine di ascolto per imparare da chi ha più esperienza, ma non ci deve sfuggire il suo atteggiamento e coinvolgimento in questa missione che lo vedrà sì subordinato agli altri, ma dove ci mette tutta la sua partecipazione e ardore e valutazione. Egli stesso dice che ha atteso questo momento sospirato “con maggior calore di quello che due fervidi amanti sospirano il momento delle nozze”.
Significato del libro
Qual è la motivazione che ha portato all’impegno di ricerca e alla pubblicazione di questo libro di storia missionaria comboniana dalla vera partenza di Comboni, fino al 2017, e con un breve aggiornamento dal 2017 al 2021?
Il tutto è partito dal desiderio della provincia del Sud Sudan, con p. Daniele Moschetti come provinciale, di delineare la storia della provincia, iniziata nel 1981, centenario della morte di Comboni, fino ai giorni presenti.
Questa era dunque una motivazione chiara e ben definita, tuttavia, il Sud Sudan non poteva certo iniziare la sua storia nel 1981, avendo in se stesso anche le origini vere e proprie nella missione di Gondokoro, l’attuale Juba, e la stazione missionaria di Santa Croce, dove la suddetta spedizione ha iniziato il suo cammino, purtroppo interrotto un anno dopo il loro arrivo per le vicissitudini in cui questo gruppo di generosi missionari si è venuto a trovare. Un fallimento dal punto di vista missionario, si direbbe, e così è stato interpretato allora.
Invece no! È stata la “fucina” dove “quel calore più grande di quello di due fervidi amanti” ha permesso a don Comboni di elaborare, con grande ispirazione e creatività, tutto il suo “Piano per la Rigenerazione dell’Africa attraverso gli Africani stessi”.
Per questo, la storia precedente fin dal 1857 non poteva essere dimenticata perché era come la roccia fondante dove poggiava e si ergeva della stessa provincia del Sud Sudan e la sua Chiesa.
Una Grande Storia d’Amore: perché?
Ecco il perché la storia della provincia del Sud Sudan non poteva che cominciare da Daniele Comboni stesso, se pur a larghi tratti, e continuare attraverso le varie epoche storiche e le peripezie missionarie fino ai nostri giorni. Infatti, “quel calore” proprio dell’Amore senza condizioni iniziato con Comboni, è continuato senza interruzione nei suoi “Figli e Figlie” attratti, come lui, dall’amore stesso di Gesù sulla croce il cui cuore batteva anche per “la Nigrizia”, a quel tempo abbandonata.
Inoltre, questo racconto storico non tratta solo dei Missionari Comboniani, ma di una Chiesa sorta dall’Annuncio Evangelico e che ha visto tra i Sacerdoti, i Religiosi e Religiose autoctoni una Chiesa cresciuta nella testimonianza e nel martirio, soprattutto tra gli anni 60 e 70, per poi diventare la protagonista della presente evangelizzazione.
È dunque “Una Grande Storia d’Amore” che si rivela lungo tutto il cammino storico fino ai nostri giorni e che diventa premessa per un futuro promettente nel campo dell’Evangelizzazione.
Tuttavia, l’obiettivo non è certamente quello di presentare una “storia trionfalistica dalle gloriose imprese” come fosse qualcosa di “vuota autoreferenzialità”, ma una storia vissuta, con ardori e fallimenti, con luci e ombre, con fortitudine, fragilità e anche peccato che fanno parte della fragilità umana nelle attitudini, nei caratteri delle persone e delle istituzioni, ma nello stesso tempo con una profonda ricerca di riconciliazione e di trovare il modo che le ferite e le piaghe generate da tale fragilità umana possano alla fine trovare nuova riconciliazione, (EN 14-16) comunione e forza propulsiva verso un futuro migliore dove Dio, Gesù e lo Spirito Santo ne rimangono sempre i veri Protagonisti (RM 21).
Infatti sono sempre stati alla base di questa storia fin dal tempo di Comboni, hanno continuato ad esserlo nei suoi Figli e Figlie e continuano ad esserlo nell’ambito della Chiesa Locale con i suoi Pastori, Vescovi, Sacerdoti, Religiosi e i Laici che sono sempre stati il terreno fertile dove lo Spirito Santo ha compiuto e continua a compiere le sue grandi opere che diventano costante esperienza della gioia del Vancelo accolto, vissuto e annunciato. (EG 1,3-5,9).
Detto questo, concludo ringraziando quelle innumerevoli persone che, senza essere state menzionate, hanno tuttavia contribuito lungo gli anni perché questa “Grande Storia d’Amore” potesse realizzarsi e diventare per noi tutti, ma specialmente per i giovani, motivo di ispirazione per la loro vita e le loro scelte.
P. Francesco Chemello
Animazione Missionaria
Missionari Comboniani PadovaAllegati:
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