La tesi di fondo, racchiusa in questa opera, sostiene che il popolo di origine africana può contare su una sua identità e memoria, frutto di una cultura propria e ancestrale, semmai arricchita dall’incontro con altre culture, come la meticcia e l’indigena; un popolo cosciente delle sue radici africane e che poi, una volta condannato alla diaspora, ha saputo re-inventarsi, immaginarsi nuovamente in un luogo diverso e finalmente ri-formarsi culturalmente.

Questo libro è frutto di 5 anni di studio antropologico applicato alla realtà afroecuadoriana che, come coordinatore della Pastorale Afro-quiteña, l’autore ha avuto il privilegio di accompagnare dal 2005 al 2011.

Utilizzando il metodo narrativo, attraverso un’attività investigativa squisitamente partecipativa, l’autore ha potuto toccare con mano, con una lunga e intensa investigazione, spesso ricorrendo a racconti veicolati dalla tradizione orale, la costante ribellione del popolo di origine africana; un popolo che in nessun momento della sua esistenza ha mai accettato di piegarsi al volere del suo ‘amo’ di turno, dimostrando così tutto il suo spirito di cimarrone.

Pertanto, con questo lavoro accademico l’autore da prova della valentia, della prodezza e dell’alto senso di umanizzazione presente nel popolo afroamericano da sempre marginalizzato, alienato e schiavizzato, considerato troppo spesso e troppo in fretta un popolo sommesso e passivo, incapace di ribellarsi e di organizzarsi socialmente come movimento.

Invece, la tesi di fondo, racchiusa in questa opera, sostiene che il popolo di origine africana può contare su una sua identità e memoria, frutto di una cultura propria e ancestrale, semmai arricchita dall’incontro con altre culture, come la meticcia e l’indigena; un popolo cosciente delle sue radici africane e che poi, una volta condannato alla diaspora, ha saputo re-inventarsi, immaginarsi nuovamente in un luogo diverso e finalmente ri-formarsi culturalmente. E ad ogni passaggio generazionale ha trovato meccanismi di lotta per non essere completamente schiacciato dallo spirito schiavista, maturando così forme di resistenza e di ri-esistenza, proprie di chi sa di non essere una cosa ma persona.

Finalmente, l’autore riconosce che questo grande popolo afroamericano, espressione dell’incontro di tanti popoli e culture provenienti da diverse parti dell’Africa, che ha saputo attingere costantemente al suo spirito di cimarrone, ha maturato una sua dimensione politica e voglia di partecipazione nella società, e inizia a proporsi come movimento sociale con una sua propria agenda e un suo proprio programma.

A tutto questo l’autore aggiunge l’importante contributo dato dalla Famiglia Comboniana, attraverso la Pastorale Afro a livello continentale e in Ecuador in particolare, nell’accompagnare spiritualmente e culturalmente la rinascita in atto del popolo afroamericano in questa ultima fase della sua ricostruzione storica.

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